Con Montalbano oltre Montalbano

Questo articolo è apparso per la prima volta nel 2021 pubblicato nel numero di aprile de Il giornale di Scicli. Nell’articolo Roberto Sammito si interroga sul futuro della serie tv e delle città in cui è ambientata la fiction. Lo riproponiamo qui in una versione estesa e in parte inedita.

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L’8 marzo 2020 abbiamo visto in tv Il metodo Catalanotti, l’ultimo episodio della serie Il commissario Montalbano. Se sia stato l’ultimo episodio in assoluto o l’ultimo di una serie che continuerà per ora non ci è dato saperlo. Buona parte della stampa e molti commentatori non hanno dubbi: abbiamo assistito alla fine del Montalbano televisivo

L’ipotesi della conclusione della serie è avvalorata dalla morte, nel 2019, di Andrea Camilleri e del regista Alberto Sironi. Proprio nelle settimane in cui ci lasciavano i due grandi maestri la troupe era impegnata nelle riprese di tre episodi: Salvo amato, Livia mia, La rete di protezione e Il metodo Catalanotti. A causa dell’improvvisa scomparsa di Sironi la regia è stata affidata a Luca Zingaretti.

Due dei tre episodi girati nel 2019 ci hanno fatto compagnia durante il lockdown del 2020 e hanno anticipato di pochi mesi la morte dello scenografo Luciano Ricceri e la pubblicazione di Riccardino, ultimo romanzo dedicato a Montalbano che Camilleri aveva scritto anni prima per concludere la saga.

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Così, orfani dei grandi vecchi protagonisti del successo di Montalbano e con l’ultima storia tra le mani in tanti hanno supposto che la felice stagione della serie si sia conclusa con Il metodo Catalanotti.

Nonostante gli indizi potrebbero rafforzare questa tesi, crediamo che dovremmo coltivare il dubbio, soprattutto dopo aver sentito le parole del produttore Carlo Degli Esposti: Ci sarà un momento, dopo il Covid, in cui prenderemo una decisione. Per me e per altri Montalbano è eterno, è prematuro fare una previsione, dipende da tante circostanze. L’assenza di certezze sono confermate dalle dichiarazioni di Luca Zingaretti: La verità è che dopo la perdita di Sironi e Camilleri è arrivata la pandemia e siamo ancora sotto shock. Non c’è stato il tempo di riunirci e prendere una decisione definitiva.

La fine di Montalbano, niente di nuovo

Del resto il tema della fine di Montalbano ci accompagna da tempo, almeno dal 2000. Un anno dopo la messa in onda dei primi due episodi, Camilleri in un’intervista a la Repubblica dirà: I miei lettori mi rivolgono la domanda: “ma ancora Montalbano durerà?” La domanda dovrebbe essere invertita: “durerà l’autore?”. La storia ci dice che l’autore è fortunatamente durato a lungo scrivendo molti romanzi dedicati al commissario. 

Sono passati vent’anni dall’inizio della serie e dalle prime paure che Montalbano ci potesse lasciare prematuramente. In questi anni abbiamo visto 37 episodi e assistito ad un incredibile successo: la fiction ha superato il miliardo di telespettatori in Italia ed è stata trasmessa in più di sessanta paesi nel mondo diventando una serie cult. 

I luoghi di Montalbano

Insieme al trionfo televisivo abbiamo visto crescere l’apprezzamento del territorio in cui Il commissario Montalbano è girato. Grazie al successo della serie sono nati i “luoghi di Montalbano” e molti telespettatori si sono trasformati in viaggiatori che hanno scelto Scicli, Ragusa, Modica, Punta Secca e le località vicine dove Vigata è diventata reale. Le bellissime location televisive si sono pian piano trasformate in destinazione turistica grazie ad una serie di fortunati eventi e all’intraprendenza del territorio capace di rispondere ad una domanda turistica nata dalle indagini di Salvo Montalbano. È stato un processo lungo e per ampi tratti non governato. 

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Effetto Montalbano

Il cosiddetto “effetto Montalbano” comincia ad essere percepito intorno al 2003. In tv sono stati trasmessi 10 episodi, gli ultimi hanno superato i 9 milioni di telespettatori e i primi turisti si avventurano alla ricerca di Vigata senza trovare riferimenti geografici precisi, orientandosi tra la Vigata letteraria e quella televisiva. In quell’anno la “casa di Montalbano” diventa un b&b, il comune di Scicli apre le porte dell’ufficio del Sindaco facendo visitare la stanza del questore di Montelusa e rispondendo alle richieste dei turisti.

A partire dal 2005 le ricerche su Google dedicate alle location televisive aumentano e nel 2006 Sellerio pubblica una guida dedicata ai luoghi di Montalbano, che per la verità indugia soprattutto sui luoghi letterari e meno in quelli televisivi. 

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Non bisogna dimenticare che il 2002 è un anno molto importante per il sud est siciliano, 8 città tardo barocche del Val di Noto, tra cui Ragusa, Modica e Scicli, vengono dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Questo riconoscimento garantirà l’attenzione di numerose testate nazionali e internazionali che, insieme all’esposizione televisiva, garantiranno un grande ritorno d’immagine al territorio.

Col tempo il territorio migliorerà l’offerta turistica, il Commissario Montalbano conquisterà telespettatori stranieri e dal 2010 i luoghi di Montalbano diventeranno una destinazione turistica riconosciuta e in grado di attirare flussi turistici importanti.

E dopo Montalbano?

Per anni il successo della serie e del Val di Noto come meta turistica è cresciuto parallelamente. Ora che la serie tv si avvia alla conclusione in molti temono che senza Montalbano la destinazione possa perdere la sua capacità di attrazione. Da più parti si sono levati appelli per girare altri episodi e concludere con l’ultimo romanzo. 

Scavando tra i quasi cento racconti e romanzi che Camilleri ha dedicato a Montalbano, oltre a Riccardino, si potrebbero ancora adattare per la tv il romanzo Il cuoco dell’Alcyon e una dozzina di storie custodite nelle raccolte di racconti. La realizzazione di nuovi episodi sarebbe auspicabile, ma bisogna comunque considerare che la saga è ormai conclusa e che piuttosto che guardare al passato bisogna gestire l’eredità preziosa e coltivare l’immaginario costruito negli ultimi vent’anni.

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Con Montalbano oltre Montalbano

È arrivato il momento di pensare al futuro, alle nuove produzioni che il territorio potrebbe attrarre, come già avvenuto con il film Cyrano, e alla conferma di un’altra serie di successo: C’era una volta Vigata, serie ispirata ai romanzi storici di Camilleri, che potrebbe continuare.

Piuttosto che guardare al passato e abbandonarsi alla paura di perdere Montalbano, è più utile interrogarsi su come gestire la preziosa eredità. L’immaginaria Vigata ha trovato casa in provincia di Ragusa grazie ai racconti di Camilleri e alla fiction, con il tempo è stato costruito un immaginario molto forte, un patrimonio collettivo di storie, rappresentazioni e simboli che potremo coltivare, rinnovare e mescolare con quanto di buono offre il territorio. Le buone storie trovano sempre un modo per sopravvivere.

Roberto Sammito

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